Il permesso di soggiorno per attesa occupazione, previsto dagli artt. 22 del D.Lgs. 286/1998 e 37 del D.P.R. 394/1999, ha natura temporanea e non rinnovabile, con un termine massimo di un anno, decorso il quale lo straniero deve lasciare il territorio nazionale, salvo il caso in cui abbia ottenuto un nuovo permesso di soggiorno per lavoro subordinato o per altro titolo. Tale permesso non può essere prorogato discrezionalmente oltre il termine di un anno, in quanto costituisce la specificazione del legame indissolubile tra il rilascio del permesso di soggiorno e la stipula del contratto di soggiorno, sancito dal combinato disposto degli artt. 5, comma 3, e 5-bis del D.Lgs. 286/1998. Pertanto, il diniego di rinnovo del permesso di soggiorno per attesa occupazione è legittimo qualora il titolare non abbia trovato un'occupazione lavorativa entro il termine di un anno e non dimostri di possedere un reddito minimo adeguato al proprio sostentamento, ai sensi dell'art. 29, comma 3, lettera b), del D.Lgs. 286/1998. Inoltre, il diniego può essere motivato anche sulla base di valutazioni sulla pericolosità sociale dello straniero, desumibili da precedenti penali e di polizia.