Cassazione penale Sez. V sentenza n. 45108 del 4 dicembre 2008

ECLI:IT:CASS:2008:45108PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così sintetizzato: Le espressioni con cui si attribuisce a terzi un comportamento generalmente considerato censurabile e fonte di possibile responsabilità penale, senza che ne risulti accertata alcuna valida ragione, integrano il reato di ingiuria, a prescindere dal fatto che tali espressioni possano essere considerate dal soggetto agente come un semplice "motteggio" privo di volontà di ledere l'altrui onore e decoro. Ciò in quanto tali affermazioni, per il loro contenuto intrinseco, risultano idonee a offendere l'altrui reputazione, indipendentemente dalla percezione soggettiva dell'autore. Inoltre, eventuali incongruenze o contraddizioni nelle testimonianze relative alla presenza di altri soggetti al momento dei fatti non inficiano necessariamente l'attendibilità complessiva dei testi d'accusa, potendo tali discrepanze trovare spiegazione in errori di percezione o di memoria, soprattutto in contesti caratterizzati da plurimi spostamenti degli interessati.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FAZZIOLI Edoardo - Presidente

Dott. CARROZZA Arturo - Consigliere

Dott. FEDERICO Raffaello - Consigliere

Dott. DUBOLINO Pietro - Consigliere

Dott. IACOBELLIS Marcello - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) PA. MA. GR. , N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 02/10/2007 TRIB. SEZ. DIST. di PONTEDERA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. DUBOLINO PIETRO;

Sentito il Sost. Proc. Gen. Dott. IZZO Gioacchino, il quale ha chiesto che il ricorso sia dichiarato inammissibile e sentito, per la parte civile, l'avv. PINTO Aldo, il quale si e' associato.

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