La normativa emergenziale in materia di occupazione di suolo pubblico, introdotta dalla D.A.C. n. 81/2020 del Comune di Roma, prevede una disciplina eccezionale e derogatoria rispetto ai comuni criteri, volta a contemperare le esigenze di ampliamento delle occupazioni con quelle di gestione razionale del suolo e salvaguardia del patrimonio pubblico. Tale disciplina, pur estendendo i benefici ampliativi anche ad alcune attività commerciali che esercitano la somministrazione di alimenti e bevande in via accessoria (come librerie e centri sportivi), non può essere interpretata in modo da ricomprendere attività la cui somministrazione non costituisce l'attività principale, come nel caso delle gallerie d'arte. Ciò in quanto la natura eccezionale della norma ne impone un'interpretazione restrittiva, volta a privilegiare le attività per le quali la somministrazione su suolo pubblico risulta connaturata e significativa, senza che ciò integri una disparità di trattamento irragionevole. Inoltre, la mancata annullamento in sede giurisdizionale della D.A.C. n. 81/2020 esclude che la stessa possa produrre effetti erga omnes, mentre le eventuali violazioni delle garanzie endoprocedimentali risultano assorbite dall'impossibilità di accogliere comunque l'istanza della ricorrente, in ragione della natura prevalente della sua attività.