Cassazione penale Sez. V sentenza n. 25837 del 25 giugno 2008

ECLI:IT:CASS:2008:25837PEN

Massima

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Il reato di diffamazione è integrato dalla coscienza e volontà di pronunciare frasi dal chiaro contenuto offensivo della reputazione altrui, senza che rilevino le specifiche motivazioni soggettive dell'agente, salvo che esse possano configurare cause di giustificazione o di attenuazione della pena. Il giudice di merito gode di ampio potere discrezionale nella valutazione equitativa del danno morale subito dalla persona offesa, purché tale valutazione risulti adeguatamente motivata in relazione alla gravità effettiva del pregiudizio arrecato. La tempestività della querela, quale condizione di procedibilità del reato, si presume sussistente salvo che l'imputato non dimostri l'intempestività della stessa; inoltre, la modifica della data di commissione del fatto, rispetto a quella indicata nella querela, non incide sulla tempestività della querela medesima, purché i fatti siano comunque ricompresi nel termine di decadenza previsto dalla legge. Il giudice di appello può disporre la rinnovazione dell'istruttoria dibattimentale anche di ufficio, qualora la ritenga assolutamente necessaria, senza che ciò comporti la nullità del procedimento per violazione del contraddittorio, salvo che la parte non abbia tempestivamente eccepito tale vizio. Infine, il termine di prescrizione previsto dall'art. 157, comma 5, c.p.p. non si applica ai reati di competenza del Giudice di pace, essendo stato formulato in relazione a ipotesi criminose non ancora regolamentate dal legislatore e per le quali sia prevista una pena diversa da quella pecuniaria o detentiva.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE ((omissis)) - Presidente

Dott. ROTELLA Mario - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. BRUNO ((omissis)) - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) RE. RI., N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 08/02/2007 TRIBUNALE di VARESE;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. VESSICHELLI MARIA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Cons. Dott. IZZO Gioacchino, che ha concluso per il rigetto.

FATTO E DIRITTO

Propone ricorso per cassazione Re. Ri. avverso…

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