Il condono edilizio di opere realizzate in zona sottoposta a vincolo paesaggistico è ammissibile solo se ricorrono congiuntamente le seguenti condizioni: a) si tratti di opere "minori" senza aumento di superficie (restauro, risanamento conservativo, manutenzione straordinaria), per come analiticamente indicate nell'allegato 1 al D.L. n. 269/2003; b) tali opere "minori" siano state realizzate prima dell'imposizione del vincolo e positivamente valutate dall'Autorità preposta alla tutela dello stesso; c) seppure realizzate in assenza o in difformità del titolo edilizio, siano comunque conformi alle prescrizioni urbanistiche. Pertanto, non possono essere sanate le opere che hanno comportato la realizzazione di nuove superfici e nuova volumetria in zona assoggettata a vincolo paesaggistico, sia esso di natura relativa o assoluta, o comunque di inedificabilità, anche relativa. La valutazione sul carattere "minore" dell'abuso va fatta esclusivamente sotto l'aspetto urbanistico-edilizio, in ordine al quale l'aumento di volumi e/o superfici utili, dal punto di vista dell'applicazione dei parametri urbanistici ed edilizi, determina l'inammissibilità del condono, a prescindere dalla natura interrata o meno di parte delle opere realizzate.