Cassazione penale Sez. V sentenza n. 13329 del 25 marzo 2009

ECLI:IT:CASS:2009:13329PEN

Massima

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Il comportamento offensivo e minaccioso di un soggetto nei confronti di un altro, caratterizzato dall'uso di epiteti ingiuriosi e dalla minaccia di conseguenze negative in caso di mancato spostamento di un veicolo parcheggiato, integra il reato di ingiuria e minaccia, non essendo configurabili le scriminanti della ritorsione o della provocazione. Il giudice di merito, nel valutare la responsabilità penale, può fondare la propria decisione sull'attendibilità della persona offesa e sulla conferma testimoniale del comportamento abitualmente intollerante dell'imputato, senza che ciò comporti un'erronea o illogica valutazione delle circostanze accertate. Il principio di diritto affermato dalla Corte di Cassazione è che l'uso di espressioni offensive e minacciose, anche in relazione a questioni di parcheggio, integra il reato di ingiuria e minaccia, non essendo applicabili le cause di giustificazione invocate, e che la motivazione del giudice di merito, fondata sull'attendibilità della persona offesa e sulla conferma testimoniale, è immune da vizi logici o giuridici.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NARDI Domenico - Presidente

Dott. COLONNESE Andrea - Consigliere

Dott. FERRUA Giuliana - Consigliere

Dott. FEDERICO Raffaello - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) PA. GI. , N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 15/05/2008 TRIBUNALE di ROMA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dr. COLONNESE ANDREA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dr. Fraticelli Mario, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

OSSERVA

Il tribunale di Roma con sentenza 15.5.2008, in riforma dell…

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