Cassazione penale Sez. V sentenza n. 29684 del 13 luglio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:29684PEN

Massima

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Il diritto di critica, pur se esercitato in modo aspro e polemico, non integra il reato di ingiuria quando le espressioni utilizzate, seppur offensive, non rivelino una reale volontà di offendere la reputazione altrui, ma siano piuttosto espressione di un confronto dialettico su questioni di interesse pubblico. In tali casi, la particolare tenuità del fatto e l'assenza di dolo specifico di offesa escludono la rilevanza penale della condotta, anche quando questa abbia cagionato un danno di natura civile, in quanto il bilanciamento tra il diritto di critica e la tutela della reputazione individuale impone di privilegiare il primo, salvo che l'espressione non assuma connotati intrinsecamente diffamatori. L'abrogazione del reato di ingiuria determina in ogni caso l'assoluzione dell'imputato per sopravvenuta abolizione del reato, assorbendo ogni altra censura relativa alla sussistenza degli elementi costitutivi del delitto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BRUNO Paolo Antoni - Presidente

Dott. DE GREGORIO Edoardo - Consigliere

Dott. MICCOLI Grazia - Consigliere

Dott. SCARLINI Enrico - rel. Consigliere

Dott. AMATORE Roberto - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 6 luglio 2015 del TRIBUNALE di MATERA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udito in PUBBLICA UDIENZA del 2 maggio 2016, la relazione svolta dal Consigliere Dott. SCARLINI ENRICO VITTORIO STANISLAO;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. FILIPPI PAOLA, che ha concluso per l'annullamento senza rinvio per abolizione del reato;
Udito il difensore Avv. (OMISSIS) per l'imputato: accoglimento del ric…

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