Il contratto di appalto pubblico è nullo per violazione dell'art. 71, comma 3, del D.P.R. n. 554 del 1999 solo se le parti non hanno concordemente dato atto, con verbale sottoscritto, del permanere delle condizioni che consentono l'immediata esecuzione dei lavori. Tuttavia, una volta sottoscritto tale verbale, attestante l'accessibilità dell'area e la realizzabilità del progetto, anche se con la previsione di alcuni interventi preliminari di diserbamento e ricarica, il contratto non può essere successivamente dichiarato nullo per tale ragione, in quanto la società appaltatrice, avendo sottoscritto il verbale, ha riconosciuto concordemente con la stazione appaltante che non erano sopravvenuti ostacoli all'esecuzione dei lavori. Pertanto, la nullità del contratto per violazione dell'art. 71, comma 3, del D.P.R. n. 554 del 1999 può essere fatta valere solo dalla società appaltatrice prima della stipula del contratto, rifiutandone la sottoscrizione, ma non può essere rilevata d'ufficio dalla stazione appaltante dopo la conclusione del contratto, essendo questa norma posta a tutela dell'interesse della società appaltatrice e non anche della stazione appaltante.