Cassazione penale Sez. II sentenza n. 8566 del 25 febbraio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:8566PEN

Massima

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Il tentativo di estorsione commesso da un soggetto vicino a un'organizzazione criminale di tipo mafioso, mediante richiesta di denaro accompagnata da minacce implicite, integra il reato di tentata estorsione aggravata dall'utilizzo della forza intimidatrice derivante dall'appartenenza dell'autore a un'associazione di tipo mafioso. La sussistenza di gravi indizi di colpevolezza e del pericolo di reiterazione del reato, in relazione a un delitto di criminalità organizzata, comporta la presunzione di adeguatezza della misura cautelare della custodia in carcere, superabile solo in presenza di elementi concreti e specifici che dimostrino l'insussistenza delle esigenze cautelari. La ricostruzione dei fatti operata dal giudice di merito, basata sulle risultanze probatorie, non può essere sindacata in sede di legittimità se non per vizi logici o giuridici, non essendo consentito al giudice di cassazione una diversa valutazione delle prove.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COSENTINO ((omissis)) - Presidente

Dott. CAMMINO Matilde - Consigliere

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. AMBROSIO ((omissis)) - Consigliere

Dott. MANNA Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

CA. Sa. n. (OMESSO);

avverso l'ordinanza emessa in data 30 giugno 2008 dal Tribunale di Napoli;

Visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. CAMMINO Matilde;

udita la requisitoria del Pubblico Ministero, Sost. Proc. Gen. Dott. D'ANGELO Giovanni, che ha chiesto la dichiarazione di inammissibilita' del ricorso.

OSSERVA

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