Il provvedimento amministrativo di annullamento in autotutela di un titolo edilizio è legittimo qualora emerga che il titolo sia stato rilasciato sulla base di rappresentazioni non corrette dei fatti, in quanto l'amministrazione non può subire le conseguenze di una negligente condotta del privato. In tali casi, l'annullamento non è soggetto al termine perentorio di 18 mesi previsto dall'art. 21-nonies della legge n. 241/1990, in quanto l'affidamento del privato non è tutelabile, essendo stato determinato da una errata rappresentazione dei fatti a lui imputabile. Inoltre, la possibile violazione dell'art. 34, comma 2, del T.U. edilizia, che consente di sostituire la sanzione demolitoria con quella pecuniaria, deve essere valutata dall'amministrazione competente nella fase esecutiva del procedimento, ossia in epoca successiva ed in forma autonoma rispetto all'ordine di demolizione, il quale, una volta accertato l'abuso, va senz'altro emesso. Pertanto, in presenza di un titolo edilizio ottenuto sulla base di rappresentazioni non veritiere dei fatti, l'amministrazione può legittimamente annullarlo in autotutela, senza incorrere in limiti temporali, in quanto l'affidamento del privato non è tutelabile, essendo stato determinato da una sua negligente condotta, e la valutazione sulla possibile sostituzione della sanzione demolitoria con quella pecuniaria deve essere effettuata in una fase successiva all'ordine di demolizione.