Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 4947 del 4 febbraio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:4947PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così sintetizzato: La misura di prevenzione della sorveglianza speciale non può essere applicata sulla base di una sola condanna penale risalente nel tempo, in assenza di elementi indicativi di un'attuale pericolosità sociale del soggetto. Il procedimento di prevenzione ha carattere autonomo rispetto al procedimento penale, pertanto il giudice deve valutare globalmente tutti gli elementi di fatto, senza limitarsi a considerare esclusivamente le precedenti condanne. La motivazione del provvedimento deve essere logica e congruente, non potendo il giudice limitarsi a considerare in modo generico e astratto la pericolosità del soggetto, ma dovendo analizzare in modo specifico e dettagliato gli elementi di fatto che giustificano l'attuale sussistenza dei presupposti per l'applicazione della misura di prevenzione. Il sindacato di legittimità della Corte di Cassazione in materia di misure di prevenzione è limitato all'accertamento della correttezza giuridica e della logicità della motivazione, senza poter riesaminare nel merito le valutazioni di fatto compiute dal giudice di merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AGRO' Antonio S. - Presidente

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

Dott. CARCANO Domenico - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Bari;

nei confronti di:

CA. Lu. , n. a (OMESSO);

avverso il decreto in data 13-21 marzo 2008 della Corte di appello di Bari;

Sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ((omissis));

Lette le conclusioni del Pubblico Ministero, con le quali si chiede il rigetto del ricorso.

FATTO E DIRITTO

Con il decreto in epigrafe, la Corte di a…

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