Il concorso morale nel reato di traffico di stupefacenti si configura quando l'imputato, pur non essendo l'autore materiale del fatto, abbia comunque contribuito in modo determinante all'attività criminosa, ad esempio discutendo del prezzo da pagare, dando indicazioni sulla gestione dei pagamenti o sollecitando il compimento delle transazioni. In tali casi, l'imputato deve ritenersi responsabile a titolo di concorso morale, in quanto il suo comportamento ha effettivamente rafforzato e agevolato la condotta delittuosa principale. Tuttavia, la semplice conoscenza successiva dei fatti di traffico di droga, senza un apporto causale, non è sufficiente a configurare una responsabilità penale, potendo al più integrare una forma di connivenza non punibile. Inoltre, l'applicazione della misura di sicurezza dell'espulsione dello straniero a pena espiata richiede una specifica e adeguata motivazione in ordine alla effettiva pericolosità sociale dell'imputato, non potendo essere disposta in via automatica a seguito della condanna.