Il potere di annullamento dell'autorizzazione paesaggistica comunale, previsto dall'art. 82 del D.P.R. n. 616 del 1977, permane in capo all'Autorità statale, anche in caso di delega delle relative funzioni amministrative dalla Regione ai Comuni, in quanto trattasi di tipico atto di gestione rientrante nella competenza dirigenziale, che può essere delegato ai Soprintendenti, quali organi dell'Amministrazione statale periferica. Il termine perentorio di 60 giorni per l'annullamento dell'autorizzazione paesaggistica si riferisce solo all'emissione del provvedimento e non anche alla sua notifica. L'Organo soprintendentizio può annullare l'autorizzazione comunale per eccesso di potere dovuto a difetto di motivazione, senza essere vincolato a indicare soluzioni per ricondurre l'opera abusiva alla conformità paesaggistica, dovendo invece valutare la compatibilità dell'intervento con il contesto tutelato, a prescindere dall'esistenza di un vincolo specifico sull'edificio. Il vincolo paesaggistico di inedificabilità relativa comporta la necessità di verificare la compatibilità dell'opera, anche ai fini di un eventuale condono edilizio.