Cassazione penale Sez. I sentenza n. 40126 del 7 novembre 2011

ECLI:IT:CASS:2011:40126PEN

Massima

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Il concorso nel sequestro di persona a scopo di estorsione con l'aggravante di avere cagionato la morte della vittima può essere affermato sulla base di un complesso di elementi indiziari gravi, precisi e concordanti, anche in assenza di una prova diretta, purché la ricostruzione dei fatti operata dal giudice di merito sia sorretta da una motivazione effettiva, non manifestamente illogica e internamente coerente, che escluda ragionevoli dubbi sulla responsabilità dell'imputato. In particolare, il giudice può legittimamente ritenere provata la responsabilità dell'imputato quando emergano elementi quali: la sua presenza nel luogo e al momento del fatto, la sua conoscenza del movente estorsivo del sequestro, la sua omessa reazione all'azione dei rapitori e la sua successiva condotta evasiva, a fronte di una valutazione complessiva degli indizi che non lasci spazio a soluzioni alternative plausibili. Il sindacato di legittimità sulla motivazione è limitato alla verifica della sua effettività, logicità e coerenza interna, senza poter sostituire la valutazione del giudice di merito con una diversa ricostruzione dei fatti, anche se ritenuta più persuasiva.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI TOMASSI Mariastefania - Presidente

Dott. TARDIO Angela - Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. BONITO Francesco M. - Consigliere

Dott. LA POSTA Lucia - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) CA. LE. RO. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 46/2009 CORTE ASSISE APPELLO di MILANO, del 29/06/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 19/05/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. LUCIA LA POSTA;

Udito il Procuratore Generale che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

Udito il difensore avv. P. Diflumeri che ha chiesto l'accoglimento del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

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