Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 29585 del 22 luglio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:29585PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, ritenendosi legittimato, riveli notizie d'ufficio coperte dal segreto investigativo ad un organo ritenuto sovraordinato, pur essendo consapevole della segretezza delle informazioni, non integra il reato di rivelazione di segreti d'ufficio di cui all'art. 326 c.p. in assenza dell'elemento soggettivo del dolo, in quanto la sua condotta non è ascrivibile ad un intento divulgatorio, ma ad un'esigenza di consultazione e confronto con l'organo ritenuto competente, senza che ciò comporti una valutazione di merito sulla fondatezza dell'accusa. Il giudice dell'udienza preliminare, pertanto, può legittimamente pronunciare sentenza di non luogo a procedere quando, sulla base di un giudizio prognostico di "immutabilità" del quadro probatorio, ritenga che le fonti di prova non si prestino a soluzioni alternative e aperte, senza che ciò implichi un accertamento dell'innocenza o della colpevolezza dell'imputato, ma solo la verifica della sostenibilità dell'accusa nel giudizio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Presidente

Dott. IPPOLITO Francesco - Consigliere

Dott. FAZIO ((omissis)) - Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria;

avverso la sentenza del 13 gennaio 2011 emessa dal G.u.p. del Tribunale di Reggio Calabria;

nel procedimento a carico di:

Si. Ro. , nato ad (OMESSO);

visti gli atti, la sentenza impugnata e il ricorso;

sentita la relazione del consigliere dott. ((omissis));

sentito il Sostituto Procuratore Generale, dott. D'((omissis)), che ha conclus…

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