Cassazione penale Sez. I sentenza n. 30344 del 16 giugno 2017

ECLI:IT:CASS:2017:30344PEN

Massima

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Il giudizio di pericolosità sociale, quale presupposto ineludibile per l'applicazione della misura di prevenzione patrimoniale della confisca, deve essere formulato sulla base di una puntuale ricostruzione del curriculum delinquenziale del proposto, valutando in modo complessivo e cronologicamente coerente tutti gli elementi indiziari desumibili da precedenti condanne, procedimenti penali in corso e anche da procedimenti definiti con richiesta di archiviazione, sentenza di non luogo a procedere o di assoluzione. Il giudice di merito, nel motivare il proprio giudizio di pericolosità sociale, deve evidenziare gli specifici comportamenti delittuosi, specie nel settore dei reati contro il patrimonio, che siano sintomatici di una proclività al delitto eletta a sistema di vita con arricchimento personale e familiare, collocandoli temporalmente in modo da perimetrare l'ambito di manifestazione della pericolosità sociale e la coincidenza cronologica dell'accumulo patrimoniale. Ai fini della confisca di prevenzione, la sproporzione tra i beni posseduti e le attività economiche lecite del proposto non può essere giustificata adducendo proventi da evasione fiscale, qualunque sia la categoria di pericolosità sociale riferibile al medesimo, essendo onere della parte pubblica dimostrare la sproporzione e l'illecita provenienza dei beni, anche in base a presunzioni, mentre è riconosciuta al proposto la facoltà di offrire prova contraria.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CORTESE Arturo - Presidente

Dott. SANDRINI ((omissis)) - Consigliere

Dott. SARACENO ((omissis)) - rel. Consigliere

Dott. MANCUSO ((omissis)) - Consigliere

Dott. TALERICO Palma - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n. 4/2015 CORTE APPELLO di L'AQUILA, del 10/04/2015;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ((omissis)) SARACENO;
Letta la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Dott. GAETA Piero, Sostituto Procuratore Generale della Repubblica presso questa Corte, il quale ha concluso per la declaratoria di inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte di appello di L'Aquila, con decreto delibe…

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