Cassazione penale Sez. I sentenza n. 22737 del 27 maggio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:22737PEN

Massima

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Il giudizio di pericolosità sociale, necessario per l'applicazione di una misura di prevenzione personale, deve essere fondato su una valutazione complessiva della personalità e delle abitudini di vita del soggetto, non limitandosi ai soli procedimenti penali in corso, ma considerando anche altri significativi indizi quali la frequentazione di persone pregiudicate, la mancanza di attività lavorativa stabile, l'essere il proposto dedito stabilmente alla commissione di reati, da cui egli tragga le risorse per sopperire alle esigenze di vita. Tali elementi, valutati nel loro insieme e unitamente ai procedimenti penali in corso, possono fondatamente far ritenere la sussistenza di un'attuale e spiccata pericolosità sociale del soggetto, tale da far presumere che egli abbia sempre vissuto, almeno in parte, con i proventi di attività delittuose.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZAMPETTI Umberto - Presidente

Dott. CAPOZZI Raffaele - rel. Consigliere

Dott. LOCATELLI Giuseppe - Consigliere

Dott. LA POSTA Lucia - Consigliere

Dott. ROCCHI Giacomo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso il decreto n. 21/2012 CORTE APPELLO di ROMA, del 29/05/2012;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. RAFFAELE CAPOZZI;

lette le conclusioni del PG Dott. ((omissis)) che ha chiesto dichiararsi inammissibile il ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con decreto del 29 maggio 2012 la Corte d'appello di Roma ha confermato il provvedimento del 22 febbraio 2012, con il quale il Tribunale in sede ha applicato a (OMISSIS) la …

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