Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 22805 del 5 giugno 2024

ECLI:IT:CASS:2024:22805PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La condotta di partecipazione ad un'associazione di tipo mafioso si caratterizza per lo stabile inserimento dell'agente nella struttura organizzativa dell'associazione, idoneo, per le specifiche caratteristiche del caso concreto, ad attestare la sua "messa a disposizione" in favore del sodalizio per il perseguimento dei comuni fini criminosi. Tale partecipazione può esprimersi anche con la "messa a disposizione" dell'organizzazione criminale, purché la stessa si rivolga incondizionatamente al sodalizio e sia di natura ed ampiezza tale da dimostrare l'adesione permanente e volontaria ad esso per ogni fine illecito suo proprio. La fattispecie di estorsione aggravata dal metodo mafioso si configura quando sia utilizzato un messaggio intimidatorio, anche "silente", cioè privo di una esplicita richiesta, qualora l'associazione abbia raggiunto una forza intimidatrice tale da rendere superfluo l'avvertimento mafioso, sia pure implicito, ovvero il ricorso a specifici comportamenti di violenza o minaccia. È sufficiente che le richieste estorsive siano immediatamente riconducibili ad una matrice criminale qualificata, come tale percepita dalle persone offese anche in riferimento al profilo soggettivo dei delegati all'incasso, legati ad ambienti mafiosi per vincoli familiari. Ai fini della distinzione tra il reato di estorsione e quello di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, è determinante il fatto che i terzi eventualmente concorrenti ad adiuvandum del preteso creditore abbiano, o meno, perseguito (anche o soltanto) un interesse proprio. Ove ciò sia accaduto, i terzi (ed il creditore) risponderanno di concorso in estorsione; in caso contrario, ove cioè i concorrenti nel reato abbiano perseguito proprio e soltanto l'interesse del creditore, nei limiti in cui esso sarebbe stato in astratto giudizialmente tutelabile, tutti risponderanno di concorso in esercizio arbitrario delle proprie ragioni.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta da:

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Presidente

Dott. VILLONI Orlando - Consigliere

Dott. GIORGI ((omissis)) - Consigliere

Dott. PACILLI Giuseppina A.R. - Consigliere

Dott. VIGNA ((omissis)) - Relatore

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
sui ricorsi proposti da:
1. Ba.De. nato a R il (Omissis)
2. Sa.Al. nato a B il (Omissis)
3. Sa.Ca. nato a B il (Omissis)
avverso la sentenza del 16/02/2023 della Corte di appello di Brescia
Visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal ((omissis));
udite le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale De.Ma., che ha chiesto il rigetto di tutti i ricorsi;
uditi gli avvocati:
- Ca.Fa., in difesa di Sa.Al. e Sa.Ca., che ha insistito per l'accoglimento dei motivi di ricorso;
- Ro.Ra.,…

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