Il piano regolatore generale comunale, pur essendo uno strumento di pianificazione urbanistica di competenza dell'ente locale, deve conformarsi alle prescrizioni e ai vincoli imposti dal piano paesaggistico sovraordinato, il quale prevale sulle disposizioni difformi eventualmente contenute nello strumento urbanistico comunale. Pertanto, l'Amministrazione regionale competente all'approvazione del piano regolatore generale può legittimamente modificare la destinazione urbanistica di un'area, anche in sede di approvazione, qualora essa risulti in contrasto con il livello di tutela paesaggistica stabilito dal piano sovraordinato, senza che ciò comporti un vizio di eccesso di potere per motivazione contraddittoria. Inoltre, il termine perentorio di 540 giorni previsto dalla legge regionale per l'approvazione del piano regolatore generale può essere interrotto e sospeso a seguito di richieste di chiarimenti e documenti integrativi da parte dell'Amministrazione regionale, senza che ciò determini la formazione del silenzio-assenso e l'approvazione tacita dello strumento urbanistico.