Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 29339 del 9 luglio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:29339PEN

Massima

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Il comportamento violento e aggressivo dell'imputato, compatibile con le lesioni riportate dagli operanti, integra il reato di resistenza e lesioni aggravate a pubblico ufficiale, nonostante le sue asserzioni contrarie, in assenza di riscontri oggettivi sulla sua versione dei fatti. La valutazione discrezionale della pena da parte del giudice di merito, che ha tenuto conto delle modalità della condotta e dei precedenti penali dell'imputato, è logica e congrua, non integrando vizi motivazionali. Il principio di diritto che emerge è che la ricostruzione dei fatti operata dal giudice di merito, sorretta da adeguata motivazione logica e priva di illogicità, non può essere sindacata in sede di legittimità, se non per vizi di motivazione espressamente dedotti, non essendo consentita una nuova valutazione del merito. Inoltre, la determinazione della pena rientra nella discrezionalità del giudice di merito, che può legittimamente considerare le circostanze concrete del fatto e la personalità del reo, senza incorrere in vizi logici o motivazionali.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MILO Nicola - Presidente

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Consigliere

Dott. CAPOZZI A. - rel. Consigliere

Dott. APRILE Ercole - Consigliere

Dott. PATERNO' RADDUSA Benedet - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 6155/2011 CORTE APPELLO di TORINO, del 20/02/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 13/06/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANGELO CAPOZZI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. RIELLO Luigi che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

CONSIDERATO IN FATTO E RITENUTO IN DIRITTO

1. Con sentenza del 20.2.2012 la Corte di…

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