La massima giuridica che si può trarre dalla sentenza è la seguente: Il giudice di legittimità, nel valutare la legittimità di una sentenza di merito, deve verificare la congruità e logicità della motivazione, senza sostituire la propria valutazione dei fatti a quella del giudice di merito, salvo i casi di manifesta illogicità o contraddittorietà. Il ricorso per cassazione deve contenere una puntuale e specifica illustrazione dei vizi denunciati, con riferimento ai passaggi motivazionali ritenuti erronei, senza potersi limitare a un generico richiamo ai motivi di gravame proposti in appello. Il giudice di merito può ritenere sussistente la qualifica di "amministratore di fatto" sulla base di elementi sintomatici dell'inserimento organico del soggetto con funzioni direttive in qualsiasi fase della sequenza organizzativa, produttiva o commerciale dell'attività della società, quali i rapporti con i dipendenti, i fornitori o i clienti ovvero in qualunque settore gestionale, senza che sia necessaria la prova di una continuità e significatività della gestione. Ai fini della contestazione dell'imputazione, è sufficiente che questa contenga, con adeguata specificità, i tratti essenziali del fatto di reato, in modo da consentire all'imputato di difendersi. Il prolungamento del termine di deposito della motivazione ex art. 154 c.p.p., comma 4-bis, non comporta un necessario, corrispondente o proporzionale aumento dei termini di impugnazione, essendo questi diversi e distinti.