Cassazione penale Sez. II sentenza n. 49496 del 27 novembre 2014

ECLI:IT:CASS:2014:49496PEN

Massima

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Il sequestro preventivo di beni può essere disposto nei confronti di soggetti condannati per reati di criminalità organizzata o comunque gravemente indiziati di appartenere ad associazioni mafiose, qualora emerga la sproporzione tra il loro reddito dichiarato o la loro capacità economica e il valore dei beni di cui risultano formalmente titolari, in assenza di giustificazioni plausibili circa la legittima provenienza di tali beni. In tali casi, il giudice può ritenere che i beni siano il frutto di attività illecite o costituiscano il reimpiego di proventi di tali attività, legittimando così il sequestro preventivo finalizzato alla confisca, anche in assenza di una prova diretta del nesso di pertinenzialità tra i beni e le attività criminose accertate. L'onere di fornire una giustificazione plausibile circa la legittima provenienza dei beni grava sul soggetto nei cui confronti è disposto il sequestro, il quale deve dimostrare che il valore dei beni è proporzionato al suo reddito e alla sua capacità economica. In mancanza di tale prova, il giudice può legittimamente ritenere che i beni siano il frutto di attività illecite o il reimpiego di proventi di tali attività, giustificando così il sequestro preventivo finalizzato alla confisca, anche in assenza di una prova diretta del nesso di pertinenzialità tra i beni e le attività criminose accertate.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GENTILE Mario - Presidente

Dott. FIANDANESE F. - rel. Consigliere

Dott. VERGA Giovann - Consigliere

Dott. ALMA Marco M - Consigliere

Dott. CARRELLI PALOMBI Roberto - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto nell'interesse di:

(OMISSIS), nata l'(OMISSIS);

avverso l'ordinanza del Tribunale di Napoli, in data 14 maggio 2014, di conferma in sede di riesame del decreto di sequestro emesso dal G.I.P. del Tribunale di Napoli, in data 8 aprile 2014;

Visti gli atti, l'ordinanza denunziata e il ricorso;

Sentita in camera di consiglio la relazione svolta dal consigliere dott. Franco Fiandanese;

Vittorio Scardaccione, che ha concluso per il rigetto del ricorso.

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