Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La partecipazione ad un'associazione di stampo mafioso può essere desunta da un complesso di elementi indiziari, quali plurime intercettazioni che diano conto di riunioni e accordi tra esponenti di rilievo del gruppo criminale, dichiarazioni di collaboratori di giustizia, rinvenimento di arsenali di armi e munizioni, nonché condotte finalizzate all'occultamento delle risorse e all'accrescimento del potere economico del sodalizio. Tali elementi, valutati nel loro complesso e in modo logico e coerente, possono integrare gravi indizi di colpevolezza, anche in assenza di una sentenza definitiva che abbia già accertato l'esistenza della locale di 'ndrangheta di riferimento. La presunzione di adeguatezza della custodia cautelare in carcere, prevista dall'art. 275, comma 3, c.p.p., continua a trovare applicazione anche dopo la riforma di cui alla L. n. 47 del 2015, rendendo manifesta l'inidoneità di censure volte a contestare la sussistenza delle esigenze cautelari, in presenza di tali gravi indizi.