La massima giuridica che può essere estratta dalla sentenza è la seguente: La circostanza aggravante dei motivi futili sussiste quando l'azione delittuosa è cagionata da un motivo di tale banalità e sproporzione, rispetto alla condotta stessa, da apparire mero pretesto per l'espressione di un impulso violento e delittuoso, come nel caso in cui il delitto sia motivato dalla reazione degli imputati a sostegno di un amico per essere stato impedito il compimento di un gesto illecito. Il proposito di vendetta assume tali caratteri di futilità laddove si risolva nella mera affermazione del prestigio di un gruppo di giovani in danno di terzi, perdendo pertanto quel minimo di consistenza che lo presenti nella coscienza collettiva come ragionevolmente ricollegabile alla condotta contestata. L'attenuante della provocazione è incompatibile con la riconosciuta aggravante della futilità del motivo, in quanto quest'ultima si radica in uno stato d'animo contrastante con quello indotto dalla reazione ad un fatto ingiusto.