Cassazione penale Sez. V sentenza n. 37429 del 24 settembre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:37429PEN

Massima

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L'alterazione di un atto pubblico da parte di un pubblico ufficiale nell'esercizio delle sue funzioni, anche se compiuta al di fuori dell'attività istituzionale, integra il reato di cui all'art. 476 c.p. e non quello di cui all'art. 482 c.p., in quanto l'espressione "esercizio delle sue funzioni" contenuta nell'art. 476 c.p. si riferisce all'ambito di competenza funzionale del pubblico ufficiale. Pertanto, la qualifica soggettiva dell'agente e la sua possibilità di accedere ai locali in cui è custodito l'atto pubblico sono elementi determinanti per la sussunzione del fatto nella fattispecie di cui all'art. 476 c.p., a prescindere dal fatto che l'alterazione sia stata compiuta nell'esercizio o meno delle attribuzioni istituzionali. Inoltre, le sospensioni del processo, intervenute nel corso dei gradi di giudizio, impediscono il maturarsi del termine di prescrizione, il quale è più lungo per il reato di cui all'art. 476 c.p. rispetto a quello di cui all'art. 482 c.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMBROSINI Giangiulio - Presidente

Dott. PIZZUTI Giuseppe - Consigliere

Dott. CARROZZA Arturo - Consigliere

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) CA. SE. N. IL (OMESSO);

2) CA. CO. N. IL (OMESSO);

3) FO. RO. N. IL (OMESSO);

4) IU. AD. N. IL (OMESSO);

5) MO. MA. N. IL (OMESSO);

6) PA. MA. AN. RO. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 17/10/2008 CORTE APPELLO di MESSINA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione f…

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