La delibera del consiglio di amministrazione di un'associazione non riconosciuta che approva un regolamento elettorale non è nulla o annullabile per violazione delle norme statutarie, salvo che le disposizioni regolamentari incidano direttamente sul diritto di voto degli associati o introducano requisiti per l'eleggibilità a cariche sociali non previsti dallo statuto. Il giudice di merito, nell'interpretare lo statuto e il regolamento, gode di ampia discrezionalità, non sindacabile in sede di legittimità se non per violazione di specifici parametri normativi o per omesso esame di un fatto decisivo. Le modalità operative del voto e delle procedure per la candidabilità a cariche sociali, se compatibili con le previsioni statutarie, rientrano nella competenza del consiglio di amministrazione e non integrano una modifica indebita dello statuto. La condanna alle spese di lite, anche in assenza di una espressa motivazione sulla mancata compensazione, rientra nel potere discrezionale del giudice di merito e non è censurabile in cassazione.