Il provvedimento di divieto di detenzione di armi e munizioni, adottato ai sensi dell'art. 39 del T.U. delle Leggi di Pubblica Sicurezza, rientra nell'ampia discrezionalità delle Autorità di Pubblica Sicurezza, potendo essere censurato solo in ipotesi di manifesta illogicità e irragionevolezza. Tale provvedimento, di natura precauzionale e preventiva, non richiede la comunicazione di avvio del procedimento ex art. 7 della L. 241/1990, in quanto caratterizzato dall'urgenza. La condotta complessiva del soggetto, la frequentazione con esponenti mafiosi e la gestione di terreni di un latitante possono giustificare l'adozione del divieto, in assenza di elementi che ne dimostrino la manifesta illogicità o irragionevolezza. L'amministrazione, una volta venuta a conoscenza di tali circostanze, può legittimamente provvedere all'adozione del divieto, senza che ciò integri una contraddittorietà nella sua condotta, qualora in precedenza non avesse adottato analoghi provvedimenti.