Consiglio di Stato sentenza n. 3174 del 2016

ECLI:IT:CDS:2016:3174SENT

Massima

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Il provvedimento amministrativo di annullamento di una concessione edilizia per violazione dei limiti dimensionali consentiti è legittimo, anche in assenza di comunicazione di avvio del procedimento all'utilizzatore dell'immobile, qualora l'amministrazione dimostri in giudizio che il contenuto del provvedimento non avrebbe potuto essere diverso. L'annullamento d'ufficio di un provvedimento amministrativo illegittimo è consentito, sussistendone le ragioni di interesse pubblico, entro un termine ragionevole e tenendo conto degli interessi dei destinatari e dei controinteressati, senza che rilevi il tempo trascorso dalla emanazione del provvedimento originario, se tale ritardo è imputabile alle richieste di sanatoria presentate dal titolare del bene. La mancata preventiva acquisizione del parere della commissione edilizia non determina l'illegittimità dell'atto di annullamento, qualora il superamento del limite edificatorio sia un dato obiettivo non incidibile da tale organo consultivo. In caso di annullamento di una concessione edilizia, la sanzione della demolizione è applicabile salvo che non sia possibile la restituzione in pristino, onere probatorio che incombe sull'interessato. La sospensione dei procedimenti sanzionatori per abusi edilizi, prevista dalla legge sul condono, opera solo in presenza di una effettiva domanda di condono presentata dall'interessato. L'ordine di demolizione è legittimo anche in assenza dell'indicazione dell'area da acquisire al patrimonio comunale, essendo sufficiente l'individuazione della porzione di edificio eccedente i limiti consentiti.

Sentenza completa

N. 08619/2013
REG.RIC.

N. 03174/2016REG.PROV.COLL.

N. 08619/2013 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Sesta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 8619 del 2013, proposto da:
Difarco s.r.l., in persona rappresentato e difeso dall’avvocato Mario Viviani, con domicilio eletto presso lo studio dell’avvocato Giovanni Corbyons in Roma, via Cicerone, 44;

contro

Comune di Calvenzano, in persona del Sindaco
pro tempore
, rappresentato e difeso dagli avvocati Lodovico Valsecchi e Stefano Santarelli, con domicilio eletto presso lo studio di quest’ultimo in Roma, via Asiago, 8;

per la riforma

della sentenza n. 312 del 2013 del Tribunale amministrativo regionale per la Lombardia, Sezione staccata di Brescia, Sezione II.

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