Cassazione penale Sez. I sentenza n. 16722 del 16 aprile 2014

ECLI:IT:CASS:2014:16722PEN

Massima

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Il superiore gerarchico militare che, nell'esercizio delle sue funzioni, minaccia o ingiuria i propri inferiori commette il reato di minaccia o ingiuria ad inferiore, a prescindere dalla natura del rapporto di subordinazione, essendo sufficiente la mera differenza di grado tra i militari coinvolti. Tale reato è procedibile d'ufficio, senza necessità di querela, in quanto la tutela dell'ordine e della disciplina militare prevale sulla tutela della sfera personale dell'offeso. Le espressioni ingiuriose o minacciose, anche se pronunciate in ambito militare e tra commilitoni, integrano il reato qualora siano idonee a ledere l'onore e la dignità dell'inferiore, indipendentemente dal contesto in cui sono state proferite. Il giudice di legittimità non può sindacare la valutazione in fatto compiuta dai giudici di merito circa la sussistenza degli elementi costitutivi del reato, essendo tale accertamento sottratto al suo controllo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZAMPETTI Umberto - Presidente

Dott. CAIAZZO Luigi P. - Consigliere

Dott. BARBARISI Maurizio - Consigliere

Dott. LOCATELLI Giuseppe - rel. Consigliere

Dott. BONI Monica - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 10/2013 CORTE MILITARE APPELLO di ROMA, del 07/05/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 19/02/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GIUSEPPE LOCATELLI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. FLAMINI Luigi Maria che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

udito il difensore (OMISSIS), che ha chiesto l'accoglimento del ricorso.…

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