Il mutamento di destinazione d'uso di un immobile, da magazzino a esposizione di mobili e arredi, è soggetto a sanzione pecuniaria, salvo che tale mutamento rientri nei limiti definiti dalla strumentazione urbanistica vigente. Incombe sul proprietario dell'immobile un onere di vigilanza, nei limiti della concreta esigibilità, anche sugli immobili locati, sicché egli risponde solidalmente con l'affittuario per gli abusi edilizi commessi, a meno che non dimostri un'effettiva dissociazione dagli stessi mediante azioni di tutela giudiziaria, esposti alle amministrazioni e simili. Tuttavia, l'amministrazione è tenuta a motivare adeguatamente la determinazione della sanzione pecuniaria, valutando l'incidenza sul calcolo della stessa delle previsioni della strumentazione urbanistica che consentono, entro certi limiti, i mutamenti di destinazione d'uso a fini commerciali ed assimilati. Il procedimento sanzionatorio per l'accertamento di violazioni della normativa edilizia è di natura essenzialmente vincolata, onde non operano le garanzie di partecipazione procedimentale di cui all'art. 7 della legge n. 241 del 1990, ferma restando l'applicabilità dell'art. 21-octies della medesima legge.