Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 33585 del 24 luglio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:33585PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così formulato: La calunnia, quale reato di falsa accusa, richiede la consapevolezza e volontà dell'agente di attribuire falsamente a una persona l'aver commesso un reato, a prescindere dalla concreta verificazione di un pericolo per il bene giuridico protetto. Tuttavia, tale reato non può essere perseguito quando è già maturata la prescrizione, in quanto l'impugnazione del pubblico ministero deve tendere a un risultato non solo tecnicamente corretto, ma anche concretamente favorevole, il che non si verifica in caso di intervenuta prescrizione del reato, anche in presenza di una parte civile che non abbia autonomamente impugnato la sentenza assolutoria. In tali ipotesi, infatti, l'esito assolutorio della pronuncia d'appello preclude l'operatività della disposizione che consente la prosecuzione del giudizio ai fini della statuizione sulla responsabilità civile.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Presidente

Dott. TRONCI Andrea - rel. Consigliere

Dott. GIORGI ((omissis)) - Consigliere

Dott. COSTANTINI Antonio - Consigliere

Dott. SILVESTRI Pietro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
PROCURATORE GENERALE presso la CORTE d'APPELLO di GENOVA;
nel processo contro:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza dell'08/11/2018 della CORTE d'APPELLO di GENOVA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso,
sentita la relazione svolta dal Consigliere Dott. TRONCI Andrea;
sentito il P.M., in persona del Sost. Proc. Gen. Dott.ssa CESQUI Elisabetta, che ha concluso per la declaratoria d'inammissibilita' del ricorso;
sentito il d…

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