Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare i ricorsi proposti avverso l'adozione e l'approvazione di una variante parziale al Piano Regolatore Generale di un Comune, afferma i seguenti principi di diritto: 1. La volontà dell'organo collegiale, quale il Consiglio Comunale, si è regolarmente espressa mediante votazioni palesi, con la proclamazione dei voti favorevoli e contrari da parte del Presidente, senza che alcuno dei partecipanti abbia sollevato obiezioni, in conformità al regolamento dei lavori del Consiglio. Pertanto, non sussiste alcuna incertezza sulla manifestazione della volontà della maggioranza dei consiglieri comunali, essendo stato rispettato il quorum necessario per l'approvazione della delibera di adozione della variante. 2. L'obbligo di astensione dei consiglieri comunali interessati non sussiste in assenza di una dimostrata diretta correlazione tra la loro posizione e l'oggetto della deliberazione impugnata. 3. Non sussiste un obbligo di acquisire preventivamente la valutazione di compatibilità idraulica prima dell'adozione della variante, essendo sufficiente il suo successivo ottenimento in sede di approvazione. 4. I ricorrenti, in quanto proprietari di terreni sui quali la variante prevede un vincolo di inedificabilità, hanno interesse a impugnare tale previsione, ma non hanno titolo per contestare altre previsioni della variante, come quelle relative all'estensione residenziale e al dimensionamento del Piano Regolatore Generale, in assenza di una concreta lesione dei loro interessi. 5. Le spese di giudizio sono integralmente compensate tra le parti, in considerazione della parziale fondatezza e inammissibilità dei ricorsi.