Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso proposto dalla società MDM Marmi Toscana s.r.l. avverso la delibera della Giunta comunale del Comune di Castagneto Carducci che aveva disposto l'assoggettamento a valutazione di impatto ambientale del piano di coltivazione e ripristino ambientale della cava "Broccatello della Gherardesca", ha affermato i seguenti principi di diritto: 1. La preliminare procedura di screening per la valutazione di impatto ambientale è atto di competenza dirigenziale e non dell'organo di governo e di indirizzo politico-amministrativo, come la Giunta comunale, ai sensi della lettura combinata degli artt. 48 e 107, comma 2 e comma 3, lett. f), d.lgs. n. 267 del 2000. 2. Il mancato rispetto delle garanzie procedimentali previste dalla legge n. 241 del 1990, in particolare dell'art. 10-bis, e dei termini procedimentali stabiliti dalla legge regionale n. 10 del 2010, comporta l'illegittimità del provvedimento finale di assoggettamento a valutazione di impatto ambientale. 3. Il provvedimento finale deve essere adeguatamente motivato, con un nesso logico tra gli accertamenti istruttori e la decisione assunta, senza contraddittorietà con gli atti precedenti. 4. L'ubicazione e le dimensioni modeste dell'intervento, relativo a una cava dismessa priva di vegetazione con progetto di ripristino e rinaturalizzazione, possono non giustificare l'assoggettamento a valutazione di impatto ambientale, in applicazione degli artt. 48 e 49 della legge regionale n. 10 del 2010. 5. Tuttavia, la sopravvenuta modifica della normativa regionale in materia di attività estrattive, con l'entrata in vigore della legge regionale n. 35 del 2015, e l'adozione del nuovo Piano Regionale Cave, hanno inciso sul quadro normativo e pianificatorio di riferimento, rendendo necessaria una nuova valutazione di impatto ambientale anche in caso di annullamento del provvedimento impugnato, con conseguente venir meno dell'interesse al suo annullamento. 6. In assenza di un nesso di causalità tra l'eventuale illegittimità del provvedimento impugnato e il danno lamentato, non sussiste l'interesse ai fini risarcitori, non essendo dimostrato che, in caso di esito favorevole del procedimento di verifica di assoggettabilità a VIA, la società ricorrente avrebbe potuto presentare la domanda di autorizzazione all'attività estrattiva prima dell'entrata in vigore della legge regionale n. 35 del 2015 e alle meno gravose condizioni previste dalla precedente normativa.