Cassazione penale Sez. II sentenza n. 30448 del 25 luglio 2012

ECLI:IT:CASS:2012:30448PEN

Massima

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La motivazione per relationem di un provvedimento giudiziale, anche per le ordinanze di applicazione di misure cautelari personali, è legittima quando: a) faccia riferimento ad altro atto del procedimento, la cui motivazione risulti congrua rispetto all'esigenza di giustificazione propria del provvedimento di destinazione; b) fornisca la dimostrazione che il giudice ha preso cognizione del contenuto delle ragioni del provvedimento di riferimento, ritenendole coerenti con la sua decisione; c) l'atto di riferimento sia conosciuto dall'interessato o almeno a lui ostensibile, quanto meno al momento in cui si renda attuale l'esercizio della facoltà di valutazione, di critica ed, eventualmente, di gravame e, conseguentemente, di controllo dell'organo della valutazione o dell'impugnazione. Il Tribunale del riesame non può annullare il provvedimento cautelare impugnato per difetto di motivazione, potendo solo il giudice di legittimità pronunciare il relativo annullamento per tale vizio, ma deve provvedere integrativamente ad un'autonoma valutazione del quadro indiziario già conosciuto dal giudice per le indagini preliminari. La dichiarazione di nullità dell'ordinanza impositiva della misura cautelare personale da parte del Tribunale del riesame costituisce l'extrema ratio, nel caso in cui il provvedimento custodiale sia mancante di motivazione in senso grafico o la motivazione si risolva in clausole di stile. Inoltre, non è nulla per difetto assoluto di motivazione l'ordinanza applicativa di una misura coercitiva in cui sia trasfusa integralmente e alla lettera la richiesta del pubblico ministero, sempre che risulti che il giudice abbia preso cognizione del contenuto delle ragioni dell'atto incorporato ritenendole coerenti alla sua decisione e che al giudice del riesame e a quello di legittimità, nell'ambito delle rispettive competenze, sia consentito di controllare il quadro indiziario e la correttezza dell'iter logico seguito dal giudice di prime cure. Pertanto, il Tribunale del riesame, in presenza di una motivazione insufficiente ma non limitata a mere clausole di stile in relazione alla sussistenza sia dei gravi indizi di colpevolezza che dell'esigenza cautelare, ha il potere-dovere di procedere all'integrazione del percorso argomentativo del provvedimento oggetto di riesame attraverso una o più approfondita valutazione critica delle risultanze investigative e degli elementi concreti circa la sussistenza, con particolare riferimento alla persona del ricorrente, di esigenze cautelari.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CARMENINI ((omissis)) - Presidente

Dott. GENTILE Domenico - Consigliere

Dott. CAMMINO Matilde - Consigliere

Dott. TADDEI Margherita B. - Consigliere

Dott. D'ARRIGO Cosimo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli;

avverso l'ordinanza emessa dal Tribunale di Napoli il 18 ottobre 2011;

nei confronti di:

(OMISSIS) n. (OMISSIS);

Visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere Dott. ((omissis));

udita la requisitoria del Pubblico Ministero, sost. proc. gen. Dott. GAETA Pietro, che ha chiesto il rigetto del ricorso;

sentito il difen…

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