Cassazione penale Sez. V sentenza n. 3105 del 28 gennaio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:3105PEN

Massima

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La minaccia, anche se espressa in forma generica e non accompagnata da esplicite richieste o pretese, integra il reato di minaccia qualora dalla frase utilizzata e dal contesto in cui è stata pronunciata emerga in modo inequivoco l'intento dell'agente di prospettare agli interlocutori la causazione di un male da essi percepito come ingiusto, senza che sia necessario alcun riferimento all'intenzione di assumere iniziative sul terreno giudiziario. Il giudice di merito, nel valutare la portata intimidatoria della condotta, può legittimamente fare affidamento sulle concordi dichiarazioni delle persone offese, ove ritenute credibili in relazione alle circostanze concrete del caso, senza che tale apprezzamento possa essere sindacato in sede di legittimità, salvo vizi logici o manifesta irragionevolezza della motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMBROSINI Giangiulio - Presidente

Dott. AMATO Alfonso - Consigliere

Dott. MARASCA Gennaro - Consigliere

Dott. OLDI Paolo - rel. Consigliere

Dott. SAVANI Piero - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) VA. MI. , N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 11/2009 TRIBUNALE di FERMO, del 12/11/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 06/10/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. PAOLO OLDI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Izzo Gioacchino, che ha concluso per la declaratoria di inammissibilita' del ricorso.

Udito, per le parti civili, l'Avv. Di Bonav…

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