Cassazione penale Sez. II sentenza n. 18274 del 22 aprile 2013

ECLI:IT:CASS:2013:18274PEN

Massima

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Il reato di estorsione si configura quando la condotta minacciosa, pur potendo essere connessa alla pretesa di far valere un diritto, assume caratteri di particolare violenza e coartazione dell'altrui volontà tali da travalicare ogni ragionevole intento di tutela di un preteso diritto, trasformandosi in una condotta finalizzata all'ingiusto conseguimento di un profitto. Ciò si verifica anche quando la minaccia, pur essendo correlata a un danno subito, sia formulata con modalità sproporzionate e tali da ingenerare un timore ingiustificato nella vittima, indipendentemente dalla fondatezza della pretesa avanzata. In tali casi, la condotta dell'agente assume i connotati dell'illiceità intrinseca, configurando il delitto di estorsione e non il meno grave reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, in quanto la coartazione della volontà altrui diviene fine a sé stessa, anziché mezzo per la tutela di un diritto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CASUCCI Giuliano - Presidente

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - rel. Consigliere

Dott. IASILLO Adriano - Consigliere

Dott. MANNA Antonio - Consigliere

Dott. CERVADORO Mirella - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 695/2012 TRIB. LIBERTA' di LECCE, del 07/08/2012;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. UGO DE CRESCIENZO;

sentite le conclusioni del PG. Dott. VOLPE Giuseppe, il rigetto del ricorso.

MOTIVI DELLA DECISIONE

(OMISSIS), tramite il difensore ricorre per Cassazione avverso l'ordinanza 7.8.2012 con la quale il Tribunale del riesame di Lecce, respingendo il relativo ricorso ha confermat…

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