Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 7128 del 14 febbraio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:7128PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, in cambio di utilità, rivela informazioni riservate su controlli e indagini a suo carico, favorendo il privato indagato, commette i reati di rivelazione di segreto di ufficio e corruzione. Tali condotte, caratterizzate da sistematica violazione dei doveri connessi alla funzione pubblica rivestita, integrano un concreto e attuale pericolo di reiterazione del reato, tale da giustificare l'applicazione di una misura cautelare, anche in caso di sospensione dal servizio, qualora permanga una posizione soggettiva che consenta all'indagato di continuare a commettere condotte antigiuridiche aventi il medesimo rilievo ed offensività. Tuttavia, il decorso di un significativo lasso di tempo dai fatti, unitamente alla cessazione dell'attività lavorativa dell'indagato e al suo allontanamento dai centri di accoglienza gestiti, impone una motivazione puntuale sull'attualità del pericolo di recidiva, non potendosi fondare tale valutazione su mere ipotesi possibilistiche.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PAOLONI Giacomo - Presidente

Dott. GIANESINI Maurizio - Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - Consigliere

Dott. ROSATI Martino - Consigliere

Dott. VIGNA Maria S - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del Tribunale del riesame di Napoli del 11/07/2018;
visti gli atti, il provvedimenti impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Vigna Maria Sabina.
Sentite le conclusione del Sostituto Procuratore Generale DALL'OLIO Marco che ha chiesto la declaratoria di inammissibilita' del ricorso.
Udito il difensore, avvocato (OMISSIS) che ha insistito nei motivi del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con l'ordinan…

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