Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 38216 del 14 settembre 2016

ECLI:IT:CASS:2016:38216PEN

Massima

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Il reato di calunnia sussiste quando l'agente, consapevole dell'innocenza della persona offesa, formula nei suoi confronti accuse false di reati, anche attraverso la presentazione di una denuncia-querela, al fine di procurarle un danno. L'elemento psicologico del reato di calunnia non può essere escluso per la mera mancanza di consapevolezza dell'agente circa l'innocenza dell'incolpato, essendo invece necessario che egli abbia piena cognizione della falsità delle accuse rivolte. Pertanto, la condanna per il reato di calunnia è legittima quando risulti provata la chiara consapevolezza dell'agente circa l'inesistenza dei fatti addebitati alla persona offesa, come nel caso in cui l'agente fosse a conoscenza di circostanze obiettive, quali l'archiviazione di procedimenti penali a carico dell'incolpato o lo svolgimento di incarichi professionali da parte di quest'ultimo, che smentiscono le accuse formulate. In tali ipotesi, l'elemento psicologico del reato di calunnia non può essere escluso sulla base della mera asserzione dell'agente di aver agito in buona fede, essendo invece necessario che egli dimostri di aver effettivamente ignorato l'innocenza dell'incolpato, nonostante la disponibilità di elementi idonei a escluderla.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CARCANO Domenico - Presidente

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

Dott. MOGINI Stefano - rel. Consigliere

Dott. CRISCUOLO Anna - Consigliere

Dott. DI SALVO Emanuele - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 7652/2015 pronunciata dalla Corte di appello di Milano il 9/11/2015;
visti gli atti, il provvedimento denunziato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere ((omissis));
udite le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale ANIELLO Roberto, che ha concluso per il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. (OMISSIS) ricorre personalmente avverso la sentenza in epigrafe, con la quale la Corte di …

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