La realizzazione di opere su aree demaniali, anche se finalizzate alla protezione e difesa spondale, rientra nella giurisdizione del Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche, in quanto incidenti sul regime delle acque pubbliche. Pertanto, il giudice amministrativo è privo di giurisdizione per conoscere di tali controversie, le quali devono essere devolute alla cognizione del Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche, in quanto organo specializzato nella tutela del demanio idrico e del regime delle acque pubbliche. Il principio di diritto che emerge dalla sentenza è che le controversie relative a opere realizzate su aree demaniali, anche se finalizzate alla protezione e difesa spondale, rientrano nella giurisdizione del Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche, in quanto incidenti sul regime delle acque pubbliche. Ciò in ragione della specializzazione di tale organo giurisdizionale nella tutela del demanio idrico e del regime delle acque pubbliche. Il giudice amministrativo, pertanto, è privo di giurisdizione per conoscere di tali controversie, le quali devono essere devolute alla cognizione del Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche. La massima giuridica si fonda sull'esigenza di assicurare una tutela specializzata e unitaria delle questioni inerenti il demanio idrico e il regime delle acque pubbliche, attribuendo la relativa competenza al Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche, in quanto organo dotato di specifica competenza tecnica e giuridica in materia. Ciò al fine di garantire una corretta e uniforme interpretazione ed applicazione della normativa di settore, nonché una adeguata ponderazione degli interessi pubblici e privati coinvolti.