Cassazione penale Sez. I sentenza n. 22202 del 8 giugno 2022

ECLI:IT:CASS:2022:22202PEN

Massima

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Il peculato del finanziere si configura quando il militare, avendo la disponibilità di denaro o altri beni per ragioni del suo ufficio, se ne appropria volontariamente, anche se successivamente ne effettua la restituzione, in quanto il reato si consuma con l'interversione del possesso e l'entrata del bene nella sfera di disponibilità personale dell'agente. Tuttavia, qualora sussista un ragionevole dubbio circa la consapevolezza dell'agente di essersi appropriato indebitamente del bene, ovvero circa la sua volontà di rimediare tempestivamente alla situazione, il giudice può ritenere non integrata la fattispecie di peculato, in applicazione del principio di ragionevole dubbio a favore dell'imputato. La condotta di occultamento o dissimulazione dell'appropriazione indebita, pur rilevante sul piano probatorio, non è di per sé sufficiente a integrare il peculato, dovendosi valutare complessivamente la condotta dell'agente e il suo atteggiamento psicologico.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZAZA Carlo - Presidente

Dott. FIORDALISI Domenico - Consigliere

Dott. BIANCHI Michele - Consigliere

Dott. MAGI Raffaello - Consigliere

Dott. RENOLDI Carlo - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
Procura generale militare della Repubblica presso la Corte militare di appello di Roma;
nel procedimento nei confronti di:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza della Corte militare di appello di Roma in data 25/11/2020;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Dr. ((omissis));
letta la requisitoria scritta presentata ai sensi del Decreto Legge 28 ottobre 2020, n. 137, articolo 23, comma 8, con cui il Pubblico ministero, in per…

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