Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso avverso la deliberazione dell'Assemblea Capitolina che ha approvato il nuovo regolamento per il commercio su aree pubbliche, ha affermato i seguenti principi di diritto: 1. L'amministrazione locale gode di ampia discrezionalità nella regolamentazione dell'uso delle aree pubbliche e del relativo settore del commercio ambulante, dovendo bilanciare diversi interessi pubblici. Il regolamento impugnato, nel perseguire tale bilanciamento, non risulta irragionevole o illegittimo. 2. La mancata accoglimento delle osservazioni formulate dalle associazioni di categoria durante il procedimento di adozione del regolamento non costituisce illegittimità, essendo sufficiente la possibilità per gli operatori di presentare memorie e di essere auditi. 3. La limitazione del numero di posteggi di cui un soggetto può essere titolare o possessore, anche tra i componenti della stessa famiglia anagrafica, è espressione della discrezionalità amministrativa volta a tutelare la concorrenza in un contesto di beni pubblici scarsamente disponibili, evitando situazioni di tendenziale oligopolio. 4. Le scelte dell'amministrazione in merito a limitazioni orarie, termini per il subingresso e durata delle concessioni rappresentano un equo bilanciamento tra il libero esercizio dell'impresa e altri interessi pubblici, rientrando nella sua discrezionalità. 5. I provvedimenti puntuali di decadenza o revoca delle autorizzazioni sono di competenza del Comune, in applicazione della normativa regionale, e non costituiscono illegittima invasione di competenze regionali. 6. Le prescrizioni relative alle dimensioni e alle modalità di sfruttamento dei posteggi rientrano nella discrezionalità amministrativa, senza che emerga manifesta illogicità o travisamento di fatto.