Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 23201 del 10 giugno 2024

ECLI:IT:CASS:2024:23201PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, nell'esercizio delle sue funzioni, si appropria indebitamente di somme di denaro versate dagli utenti per l'erogazione di servizi pubblici, mediante artifici come storni ingiustificati o emissione di ricevute con importi inferiori a quelli effettivamente pagati, commette il reato di peculato. Tale condotta è punibile anche qualora il pubblico ufficiale abbia agito avvalendosi di terzi delegati al pagamento, senza che ciò escluda la sua responsabilità penale, in quanto l'amministrazione pubblica è tenuta a garantire la corretta gestione delle somme versate dagli utenti. La circostanza che il pubblico ufficiale abbia successivamente raggiunto un accordo transattivo con l'amministrazione, rinunciando a parte del credito vantato, non vale a neutralizzare il carattere implicitamente confessorio di tale atto, il quale costituisce un elemento di prova a carico dell'imputato. Pertanto, il pubblico ufficiale che si appropria indebitamente di denaro pubblico, anche attraverso artifici e con il coinvolgimento di terzi, è responsabile del reato di peculato, senza che possano essere accolte ipotesi alternative non sufficientemente provate.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

composta da

Dott. DE AMICIS Gaetano - Presidente

Dott. CALVANESE Ersilia - Consigliere

Dott. GALLUCCI Enrico - Consigliere

Dott. VIGNA Maria Sabina - Relatore

Dott. DI NICOLA TRAVAGLINI Paola - Consigliere

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
sul ricorso proposto da
Si.Se. nato a F. il (Omissis)
avverso la sentenza del 23/02/2023 della Corte di appello di Bari
Visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Maria Sabina Vigna;
lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Roberto Aniello, che ha chiesto l'inammissibilità del ricorso;
RITENUTO IN FATTO
1. Si.Se. ricorre avverso la sentenza della Corte d'Appello di Bari in data 23 febbraio 2023, che, in riforma della sentenza del Tribunale di Foggia del 27 n…

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