Cassazione penale Sez. I sentenza n. 21865 del 30 maggio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:21865PEN

Massima

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La provocazione, quale causa di non punibilità, sussiste quando la condotta diffamatoria sia stata determinata da un fatto ingiusto della persona offesa, tale da provocare nell'agente uno stato d'ira attuale e immanente, a prescindere dalla precisa individuazione del momento in cui si è verificato l'ultimo atto di molestia, essendo sufficiente che la situazione di molestia perduri fino al momento della reazione diffamatoria. In tal caso, la condotta diffamatoria non è punibile, in quanto espressione di una reazione provocata da un comportamento ingiusto e vessatorio della persona offesa, che ha determinato nell'agente uno stato d'ira attuale e immanente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MOCALI Piero - Presidente

Dott. GRANERO Francantonio - Consigliere

Dott. NOVARESE Francesco - Consigliere

Dott. VECCHIO Massimo - Consigliere

Dott. PIRACCINI Paola - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) BU. GR., N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 28/06/2007 CORTE APPELLO SEZ. DIST. di SASSARI;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. VECCHIO MASSIMO;

Udito il Pubblico Ministero, in persona del Dott. GALASSO Aurelio, sostituto procuratore generale della Repubblica presso questa Corte che ha concluso per l'annullamento, senz…

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