Le misure di prevenzione, disciplinate dalla legge del 27 dicembre 1956, n. 1423, possono essere applicate sulla base d'un mero sospetto di pericolosità sociale del soggetto che, per la sua condotta ispirata ad un irregolare sistema di vita, appare come persona in grado di attentare alla sicurezza e alla moralità pubblica. Pertanto, trattandosi di provvedimenti intesi a costituire strumenti preventivi di difesa sociale, non si frappone alla loro emanazione il principio di specialità di cui all'art. 661 Cod. proc. pen., il quale subordina la offerta e la concessione della estradizione alla condizione che l'estradato non venga giudicato per un fatto diverso ed anteriore alla estradizione medesima. (Nella specie, con riferimento ai motivi di ricorso dell'interessato, il quale assumeva di essere stato estradato in Italia per i delitti di omicidio e di rapina aggravata e, quindi, non poteva essere legittimamente sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, si è precisato che il principio di specialità concerne sempre un fatto-reato e non si riferisce alle anzidette misure che vengono disposte pur senza il presupposto di un fatto preveduto dalla legge come reato).