Cassazione penale Sez. I sentenza n. 42824 del 19 settembre 2017

ECLI:IT:CASS:2017:42824PEN

Massima

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Il reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, di cui all'art. 12, comma 3, lett. d), del D.Lgs. n. 286/1998, si configura quando l'agente, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, compie atti idonei a procurare l'ingresso illegale nel territorio di uno Stato di cittadini stranieri, avvalendosi di documenti di identificazione di provenienza illecita. In tali casi, la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza e delle esigenze cautelari, quali il pericolo di reiterazione del reato e il pericolo di fuga, può essere desunta dalle modalità e circostanze del fatto, dalla condotta tenuta dall'indagato nell'organizzare gli spostamenti degli stranieri e dalla mancanza di stabili legami con il territorio nazionale, giustificando l'applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, in assenza di elementi specifici che consentano l'adozione di misure meno afflittive.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CORTESE Arturo - Presidente

Dott. BONITO F. Maria S. - Consigliere

Dott. SARACENO Rosa Anna - rel. Consigliere

Dott. APRILE Stefano - Consigliere

Dott. MINCHELLA Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n. 2046/2016 TRIB. LIBERTA' di ROMA, del 21/07/2016;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ROSA ANNA SARACENO;
Sentito il Pubblico Ministero, in persona del dott. Viola Pompeo, che ha chiesto dichiararsi inammissibile il ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con l'ordinanza in epigrafe il Tribunale di Roma, investito ex articolo 309 cod. proc. pen. della richiesta di riesame propost…

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