Cassazione penale Sez. II sentenza n. 8530 del 3 marzo 2010

ECLI:IT:CASS:2010:8530PEN

Massima

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Il reato di appropriazione indebita sussiste quando il soggetto, abusando della relazione di prestazione d'opera instaurata con la persona offesa, si appropria indebitamente di somme di denaro o altri beni a lui affidati, anche in assenza di un vincolo di subordinazione o dipendenza. L'aggravante di cui all'art. 61, n. 11 c.p. si applica in tutti i casi in cui il soggetto agente abbia sfruttato un rapporto di fiducia per agevolare la commissione del reato, a prescindere dalla qualifica rivestita. La valutazione della credibilità delle dichiarazioni testimoniali e della ricostruzione dei fatti operata dai giudici di merito è incensurabile in sede di legittimità, salvo che non risulti manifestamente illogica o viziata da errori di diritto, non essendo consentito al giudice di legittimità una rivalutazione alternativa degli elementi probatori.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BARDOVAGNI Paolo - Presidente

Dott. CARMENINI ((omissis)) - Consigliere

Dott. FIANDANESE Franco - Consigliere

Dott. GENTILE Domenico - rel. Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) CA. SE. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 185/2007 CORTE APPELLO di TRENTO, del 07/05/2008;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 02/02/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. DOMENICO GENTILE;

Udita la requisitoria del Sostituto Procuratore Generale Dott. FEBBRARO Giuseppe, che ha concluso per il rigetto del ricorso;

Letti il ricorso ed i motivi proposti;

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