Il professionista è tenuto a fornire al consumatore, sin dal primo contatto commerciale, informazioni chiare, complete e non equivoche sulle condizioni essenziali per la fruizione del servizio offerto, ivi comprese le limitazioni geografiche e tecnologiche, in modo da consentire al consumatore di formare liberamente la propria volontà negoziale. L'omissione o la presentazione non chiara di tali informazioni integra una pratica commerciale scorretta, in violazione degli articoli 21 e 22 del Codice del Consumo, indipendentemente dall'effettiva insorgenza di reclami o segnalazioni da parte dei consumatori, trattandosi di illecito di pericolo. L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato gode di ampia discrezionalità nel valutare e respingere gli impegni proposti dal professionista per porre rimedio alla pratica scorretta accertata, purché tale valutazione sia congruamente motivata. La sanzione irrogata dall'Autorità deve essere commisurata alla gravità della condotta, alla dimensione economica del professionista e alla diffusione della pratica, nel rispetto dei criteri di cui all'articolo 11 della legge 689/1981, richiamati dall'articolo 27, comma 13, del Codice del Consumo, senza che ciò comporti un'illegittima disparità di trattamento rispetto ad altri operatori.