Il provvedimento di demolizione di un'opera edilizia abusiva, adottato ai sensi dell'art. 31 del D.P.R. n. 380/2001, è legittimo anche qualora il bene sia stato realizzato in epoca antecedente al 1967 e siano state corrisposte le relative imposte, in quanto il mero versamento di tributi non incide sulla regolarità edilizia ed urbanistica dell'immobile. L'ordine di demolizione, in quanto espressione di potestà vincolata, è congruamente motivato attraverso il richiamo al carattere abusivo dell'opera, senza che sia necessario dare conto delle modalità e della tempistica del procedimento, in assenza di anomalie. La presentazione di una successiva richiesta di ristrutturazione non influisce sull'abusività e sulla carenza originaria di titolo edilizio dell'immobile, con conseguente legittimità della sanzione demolitoria. Il mancato rispetto dell'art. 7 della legge n. 241/1990 in merito alla comunicazione di avvio del procedimento non determina l'annullamento dell'atto impugnato, in quanto tale vizio procedurale è inidoneo a inficiare la correttezza sostanziale del provvedimento.