Il ricorso per cassazione è inammissibile qualora i motivi non siano formulati nel rispetto dei requisiti di cui all'art. 366-bis c.p.c., applicabile ai ricorsi proposti contro sentenze pubblicate a partire dal 2 marzo 2006, data di entrata in vigore del d.lgs. n. 40 del 2006. In particolare, nei casi previsti dall'art. 360, comma 1, n. 5 c.p.c., l'illustrazione di ciascun motivo deve contenere, a pena di inammissibilità, la chiara indicazione del fatto controverso in relazione al quale la motivazione si assume omessa o contraddittoria, ovvero le ragioni per le quali la dedotta insufficienza della motivazione la rende inidonea a giustificare la decisione, con un momento di sintesi che ne circoscriva puntualmente i limiti. Il mancato rispetto di tali requisiti comporta l'inammissibilità del ricorso, indipendentemente dalla fondatezza dei motivi, in quanto finalizzati a garantire la chiarezza e la precisione della censura, a tutela del contraddittorio e della funzione nomofilattica della Corte di cassazione.