Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 13125 del 27 marzo 2008

ECLI:IT:CASS:2008:13125PEN

Massima

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Il provvedimento di annullamento di una misura cautelare, intervenuto prima della rinuncia al relativo ricorso, determina la sopravvenuta carenza di interesse del ricorrente, rendendo inammissibile il ricorso stesso ai sensi dell'art. 616 c.p.p., senza condanna al pagamento delle spese processuali. Il principio di diritto è che la cessazione della materia del contendere, per effetto dell'annullamento del provvedimento impugnato, comporta l'inammissibilità del ricorso per sopravvenuta carenza di interesse, in quanto il ricorrente non ha più alcun interesse concreto ed attuale alla decisione. Tale principio si applica ogni qualvolta l'atto o il provvedimento impugnato venga meno per cause sopravvenute, indipendentemente dalla volontà delle parti, prima che il giudice si pronunci sul ricorso. La declaratoria di inammissibilità per sopravvenuta carenza di interesse non comporta alcuna pronuncia sulle spese del giudizio, in quanto la cessazione della materia del contendere rende priva di rilievo la questione relativa alla loro regolamentazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SERPICO Francesco - Presidente

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. DOGLIOTTI Massimo - Consigliere

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

Dott. CARCANO Domenico - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) RI. LU. N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 13/08/2007 TRIB. LIBERTA' di ROMA;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. CARCANO DOMENICO;

sentite le conclusioni del P.G. Dr. ((omissis)) per l'inammissibilita' per rinuncia;

udito il difensore avv. Giuliano M.: rinuncia per sopravvenuta carenza interesse.

OSSERVA

Ritenuto che Ri.Lu. ha proposto ricorso contro l'ord…

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